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Focus Obbligazioni

Data pubblicazione: 25 settembre 2022

Autore: Stefano Amadori

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Rappresentazione visiva dell'articolo: Focus Obbligazioni

I temi da trattare in questo momento sarebbero veramente tanti. Molti vanno al di là delle mie sfere di competenza, altri invece sono decisamente “centrati”. Il 2022 si chiuderà probabilmente come uno dei peggiori anni mai registrati per i mercati finanziari mondiali. L’insieme di variabili ed eventi occorsi negli ultimi mesi, alcuni prevedibili(tassi), altri un po’ meno(guerra?) hanno creato un mix pesante e di difficile “digestione”.

In questa pubblicazione, vorrei fare un approfondimento sull’asset obbligazionario. Per un semplice motivo: si tratta della classe di attività che costituisce (in tutte le sue forme) la componente più importante dei portafogli di investimento dei risparmiatori italiani. L’analisi di oggi parte dal grafico che evidenzia l’andamento mensile del rendimento del bund tedesco con scadenza 5 anni(equivalente del nostro btp a 5 anni) da novembre 2020 fino al mese corrente. Ripeto, si tratta del grafico del rendimento. Non confondiamo questa definizione con la “cedola”. Il rendimento del titolo a scadenza. Acquisto il bund tedesco con scadenza 5 anni. Che tipo di rendimento a scadenza devo aspettarmi?(in maniera molto semplicistica questo è ottenuto dalle eventuali cedole e dalla differenza tra prezzo di acquisto dell’obbligazione e valore di rimborso finale).

Iniziamo con alcune considerazioni. A novembre 2020, in pieno sviluppo  Covid, le Banche Centrali del mondo(compresa dunque la BCE) avevano implementato ed ulteriormente rafforzato il programma di innesto di liquidità nel sistema economico, strutturato principalmente mediante l’acquisto di titoli di stato ed obbligazioni. L’acquisto di un bene, di norma, ne fa aumentare il prezzo. Nel mondo delle obbligazioni, l’incremento del prezzo del titolo comporta una riduzione del suo rendimento a scadenza. Infatti, a novembre 2020, acquistando un bund a 5 anni avrei avuto un rendimento a scadenza negativo pari al -0,753%. Presto i soldi ad un ente, accollandomi il rischio di insolvenza della controparte, per ricevere a scadenza meno di quanto avessi investito. Questa “blasfemia” finanziaria è stata realtà negli ultimi 10 anni in seguito a politiche monetarie ultraespansive . Ora, senza concentrarmi sui passaggi intermedi che tutti potete analizzare (alcuni come quello di marzo 2022 sono “interessanti”) voglio concentrarmi sul dato attuale. Mentre scrivo, il rendimento a scadenza del quinquennale tedesco è 1,897%, arrotondiamo a 1,90%. Rendimento positivo. Prestando soldi allo stato tedesco per 5 anni,  ora torno a realizzare un rendimento positivo. Ottima notizia. Perché di fatto lo è una buona notizia, in quanto è sintomo ed indicazione di un processo di normalizzazione. Vivere in un mondo di tassi negativi, controllato dalle azioni delle banche centrali, non poteva rappresentare uno scenario “eterno”.

Ma che tipo di implicazione ha avuto questo fenomeno? La seguente:

Il grafico rappresenta la variazione di prezzo avvenuta su un ETF replicante il prezzo dei bund tedeschi con scadenza 5-7 anni. -12,71%. Tradotto in esempio concreto: 100.000€ investiti a gennaio 2022 , con aspettativa di rendimento a scadenza in quel momento pari a -0,27%(quindi ancora negativo) sarebbero oggi circa 87000€. La situazione attuale di questo investitore sarebbe di fatto incommentabile, si ritroverebbe prigioniero di un contesto molto complicato. La dinamica appena descritta si è presentata, con diversa forza, su tutti i segmenti obbligazionari del mondo.

Questo ha causato enormi difficoltà ai portafogli di investimento e agli investitori, soprattutto a quelli sprovvisti di una chiara strategia e di una guida. Il contesto attuale implica l’adozione di notevole prudenza nell’approccio all’investimento obbligazionario ma, la risalita dei tassi di interesse sta avviando un processo di normalizzazione all’interno di un asset class molto alterata negli ultimi dieci anni, tornando a presentare opportunità e rendimenti che non si vedevano da diversi anni. In momenti come questo la gestione ed il corretto posizionamento di quella che dovrebbe costituire la componente meno volatile dei portafogli è di fondamentale importanza!

 

A presto,

Stefano.


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