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Il successo del BTP Italia conferma l’importanza dell' affidarsi ad un consulente finanziario

Data pubblicazione: 14 marzo 2023

Autore: Stefano Amadori

Immagine del profilo del consulente
Rappresentazione visiva dell'articolo: Il successo del BTP Italia conferma l’importanza dell' affidarsi ad un consulente finanziario

I temi che avrei potuto trattare nel mio consueto appuntamento di approfondimento sarebbero potuti essere molti. Stiamo assistendo da un anno a questa parte ad una politica monetaria molto restrittiva ed aggressiva che, dopo anni di tassi “dormienti”, sta causando non pochi grattacapi al sistema economico e finanziario. Ma siccome desidero che questi miei articoli vengano visti ed utilizzati come un supporto concreto e non come l’ennesima notizia in un mondo di “iper informazione”, preferisco concentrarmi su un tema che mi ha fatto veramente sorridere e riflettere negli ultimi 10 giorni.

Esordisco con questa riflessione: se scopro, o se comunque mi rendo conto ed accetto di avere un problema di  salute di qualsiasi tipo e natura, come dovrei muovermi? Credo che mi informerei cercando il professionista che ritengo più preparato, più conforme alle mie possibilità di spesa e più “comodo”(logisticamente parlando) dopodiché chiederei uno o più appuntamenti durante i quali in maniera verosimile mi verrebbe prescritta una terapia da seguire.

Sarebbe saggio non seguire la terapia o peggio, modificarla a proprio piacimento? Francamente non credo. Non ho le competenze in campo medico per poterlo fare. Un professionista mi sta dando le indicazioni per risolvere e curare il mio problema, io le prendo, le seguo e le rispetto. Abbastanza semplice.

Eppure , nell’affidarci ad un consulente finanziario(quindi professionista, iscritto ad un albo etc).. tutto è più complicato. La nostra “vocina” interiore ci fa prendere strade diverse, alla ricerca di scorciatoie per arrivare a “facili” rendimenti.

Perché questo cappello introduttivo? Per questo motivo:  la scorsa settimana il Tesoro italiano ha collocato una nuova emissione di BTP Italia. Una particolare tipologia di titolo di stato, il cui rendimento è composto da una cedola “fissa” a cui si aggiunge una eventuale rivalutazione ulteriore calcolata sulla base della crescita dell’indice dei prezzi FOI(indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, senza tabacchi). Senza voler entrare troppo nel tecnico(è piuttosto complesso, e non è questo il mio intento), se questo indice FOI cresce di semestre in semestre, il mio rendimento cedolare crescerà(proprio perché è un titolo indicizzato all’inflazione). Per pura casualità negli stessi giorni a cavallo del collocamento, mi è capitato di parlare con diverse persone(non miei clienti). Gli stessi, approfondendo il discorso legato alla loro situazione patrimoniale, mi riferivano di aver sottoscritto in collocamento il BTP Italia.  Di fronte al mio sguardo perplesso ho potuto notare nei volti di tutte queste persone un po’ di smarrimento. Cerco di ricostruirvi brevemente quanto emerso:

Stefano: “ Posso chiederle perché ha sottoscritto il BTP Italia”?

M. X. : “ Perché con l’inflazione al 9% il rendimento sarà altissimo”

Stefano: “ Guardi, non è cosi. Il meccanismo del BTP Italia non viene calcolato sul tasso di inflazione puntuale, ma sulla rivalutazione dell’indice FOI. Per avere un rendimento “alto”, questo indice dovrebbe crescere di semestre in semestre. Tradotto in parole più semplici: inflazione in costante crescita da qui ai prossimi semestri/anni. Piuttosto, se avesse considerato un classico BTP con scadenza un anno e mezzo, oggi avrebbe un rendimento del 3,2%(ben più alto del 2 fisso stabilito dal btp italia) e tra un anno e mezzo poi potrebbe rivedere la parte di liquidità della sua pianificazione finanziaria e del suo portafoglio.“

M.X. : “ Ma è proprio sicuro che sia come dice lei?”

Stefano: “ Guardi , sono sicuro. E’ il mio lavoro. Se però non mi crede, può consultare il prospetto di collocamento del Ministero dell’economia e delle finanze”.

M.X.: “ ………………………..”

Morale della favola: l’Italia, come qualsiasi Stato, ente , azienda etc.. che decide di ricorrere al mercato chiedendo un finanziamento(perché questo fa quando emette un btp) cercherà sempre di spuntare la condizione che gli consenta di pagare meno interessi possibili. La sottoscrizione di un titolo indicizzato all’inflazione è di sicuro più consigliabile in un momento in cui il tasso di inflazione è pari o al di sotto della sua media “storica” o recente.

 Sottoscriverlo dopo un’impennata rapidia che ha portato in poco più di un anno l’inflazione dall’1,5% al 10% non è probabilmente una scelta “saggia”(almeno per il sottoscrittore!!).

Affidarsi ad un professionista è una scelta sempre “meno costosa” del non affidarsi e decidere di procedere con il “fai da te”.

A presto,

Stefano.


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