Fase incerta? Sarà, ma l’azionario vola
Data pubblicazione: 12 giugno 2025
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- Nonostante l’incertezza del momento, l’indice azionario globale tocca il massimo storico.
- I mercati badano al sodo: attese e dati economici non sono così negativi. Anzi.
- Gli spunti per investire nell’azionario non mancano. Le regole? Diversificazione e lungo periodo.
L'AZIONARIO GLOBALE CELEBRA IL SUO PRIMO RECORD A FEBBRAIO
Performance dell'indice MSCI ACWI da dicembre a oggi
Fonte Wealthype, MSCI
Il tira e molla sui dazi. L’escalation in Medioriente e Ucraina. Le ansie per il debito e il deficit USA che lievitano. Parrebbe la ricetta perfetta per un mercato ribassista. E invece no: di recente, l’azionario globale ha raggiunto il suo massimo storico e, con il suo +5,65% da inizio anno al 4 giugno 2025, l’indice MSCI All-Country World ha addirittura superato il record di febbraio.
Come si spiega? Semplice: i mercati badano al sodo. E il sodo, in questo caso, ci dice due cose:
- c’è forte incertezza commerciale, ma non un crollo degli scambi;
- sul versante economico, la situazione attuale non è poi così grave.
Il recupero dai minimi di aprile è stato possibile grazie ai toni in linea di massima più morbidi del presidente USA Donald J. Trump sui dazi, e alla tregua raggiunta con la Cina. Ma i timori di una recessione si sono attenuati anche in scia a una stagione degli utili tutt’altro che negativa, tanto negli Stati Uniti quanto in Europa. E insomma: al di là del clima di incertezza, per ora l’economia tiene.
Un mese di maggio che (forse) in pochi si aspettavano
Non solo MSCI All-Country World. L’S&P500 – il più importante indice azionario statunitense – s’è portato a casa uno dei migliori mesi di maggio dal 1990, grazie al prosieguo del recupero di aprile, che gli ha consentito di assorbire la “botta” del “Liberation Day” (il famoso giorno in cui, dal Giardino delle Rose della Casa Bianca, il presidente Trump ha annunciato dazi universali al 10% e dazi “reciproci” per alcune specifiche aree economiche).
Un recupero importante, quindi, in un contesto sfidante, tra:
- Moody’s che ha privato gli USA della loro ultima tripla A dopo la revisione al ribasso operata in passato da S&P Global Ratings (era il 2011) e da Fitch (correva l’anno 2023) per via dell’elevato debito accumulato negli ultimi dieci anni e oltre;
- i complessi scenari globali;
- le trattative sui dazi con le varie controparti;
- giudici che hanno dichiarato illegittimi i dazi universali del 10%, quelli sul Fentanyl verso Cina, Canada e Messico e quelli “reciproci” (attualmente sospesi per consentire le varie trattative, così come l’ordinanza che imponeva di revocarli definitivamente, dopo il ricorso in appello dell’amministrazione Trump).
In questo pur movimentato quadro, i mercati, come detto, hanno saputo badare al sodo. E il sodo è anche la ferrea volontà – potremmo dire, la necessità – che i governi di tutto il mondo hanno di mantenersi saldi sul binario della crescita. Lo abbiamo visto in Cina, con gli interventi plurimi a sostegno dell’immobiliare, del credito, dei consumi. Lo stiamo vedendo anche negli Stati Uniti, dove Trump è tornato a vestire i panni dell’“uomo degli affari”, attento al business e alla crescita.
Un’agenda economica USA più che mai orientata alla crescita
Prova ne è il One Big Beautiful Bill Act (anche noto come OBBB o OBBBA), il disegno di legge multimiliardario che la Camera dei Rappresentanti USA ha approvato il 22 maggio. Il testo – che, mentre scriviamo, è al Senato – estenderebbe in modo permanente la maggior parte delle disposizioni del Tax Cuts and Jobs Act (TCJA) varato dallo stesso Trump nel 2017, destinate altrimenti a scadere a fine 2025. In parallelo, va avanti la proposta di ridurre i requisiti di capitale per le banche, nell’ottica di favorire l’accesso al credito e rilanciare l’economia. Altro tassello è il costo dell’energia, con il ritorno in grande stile delle trivelle.
Tali misure possono piacere o non piacere (e, secondo l’ufficio apartitico del Congresso per il Bilancio, l’imponente OBBBA taglierà le tasse di 3,7 trilioni di dollari, ma farà salire il deficit di 2,4 trilioni dollari nel prossimo decennio), ma al momento, per i mercati, l’obiettivo è ciò che conta. E l’obiettivo è, appunto, spingere la crescita economica.
Funzionerà? Sull’economia, vedremo. Sul sentiment e le attese, sembrerebbe di sì: l’indice di fiducia dei consumatori rilevato dal Conference Board ha presentato a maggio un aumento a 98 punti, dagli 85,7 di aprile, nel balzo più sostanzioso degli ultimi quattro anni, dopo cinque mesi in flessione; le indicazioni dei direttori degli acquisti migliorano, almeno a giudicare dalla rilevazione “flash” riferita a maggio.
GLI INDICI DELLE ATTESE DEI DIRETTORI ACQUISTI SEGNALANO UN MIGLIORAMENTO A MAGGIO
Tutti i dati appaiono sopra ai 50 punti, la fatidica soglia tra espansione e rallentamento.
Fonte S&P Global Flash US PMI, dati raccolti dal 12 maggio 2025
Dal punto di vista dei mercati, una conferma delle possibilità di tenuta – e di crescita – dell’economia, che si affianca ai buoni numeri delle trimestrali.
Comparto tech sotto i riflettori: pronto a trainare di nuovo il mercato?
L’ultima stagione delle trimestrali, tra l’altro, ha rimesso al centro il settore tech. Con Nvidia e Microsoft verso nuovi massimi, gli operatori non escludono che il comparto sia pronto a trainare nuovamente il mercato più ampio. Potrebbe aprirsi, insomma, una nuova fase di rialzi. Certo, possibilità non vuol dire sicurezza: nulla è sicuro, quando si parla di future performance dei mercati, e questo è sempre bene tenerlo a mente. Ma la statistica ci offre ulteriori spunti interessanti: come fa notare Ryan Detrick, chief market strategist di Carson Group, quando l’S&P 500 è balzato di più del 5% a maggio (com’è avvenuto nel 2025), i successivi 12 mesi hanno fatto registrare ritorni di quasi il 20%, in media.
DOPO UN RIALZO SUPERIORE AL 5% A MAGGIO
Attenzione ai possibili ulteriori progressi nei prossimi mesi
Fonte: Carson Investment Research
Azionario a tutto tondo: non dimentichiamoci l’Europa
Fin qui, gli Stati Uniti. Ma è importante sottolineare che, a livello globale, otto dei dieci mercati azionari più performanti da inizio anno a fine maggio si trovano in Europa, stando ai dati raccolti da Bloomberg. Tra questi, l’indice tedesco DAX e mercati più periferici come Slovenia, Polonia, Grecia e Ungheria.
GLI INDICI AZIONARI EUROPEI DOMINANO LA CLASSIFICA MONDIALE DELE MIGLIORI PERFORMANCE
Otto dei 10 maggiori progressi di quest'anno sono in Europa
Fonte Bloomberg, dati a fine maggio 2025
Buona prova, finora, anche per l’indice paneuropeo Stoxx 600, in scia agli piani di spesa fiscale senza precedenti nella (un tempo) austera Germania e a un euro più forte.
Diversificazione e lungo periodo: le due regole per investire in azioni
Insomma, un buon momento per l’azionario, e non solo negli States. Ecco perché, oltre ad aprirsi alle opportunità che offre l’equity, è sempre bene diversificare. La diversificazione, ormai lo sappiamo, è la regola numero uno. La seconda è il lungo periodo: è in quell’ottica che l’azionario può dare i suoi frutti migliori, come finora ci hanno sempre dimostrato i dati storici.
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